E se mio figlio sapesse già parlare, mi direbbe: tu,
tu come stai stasera, ti senti solo, vuoi che resti con te?
Ma sì, parliamo un po', io dormire no, proprio no!
Dai camminiamo insieme per questa strada vuota
e dimmi tutto di te, della tua vita, dai comincia tu:
oh, oh, oh, oh, oh, sono figlio di questa lunga notte
e poi oh, oh, oh, oh, oh, vivo in quella strana casa,
con mio padre e mia madre, e ho dieci fratelli,
stessi occhi scuri, stessi capelli.
Andiamo a caccia di notte come i gatti neri,
ci troviamo sopra i tetti, tutti quanti
sotto una grande luna che oh, oh, oh, oh, oh,
che mio padre ogni sera corre fuori a guardare,
mentre oh, oh, oh, oh, oh, mia madre è lì alla finestra,
guarda sempre lontano, quella coda di fuoco
quando passa un aeroplano, passa un aeroplano.
Lei vorrebbe salire, sì, vorrebbe partire,
poi sparire lontano, sparire lontano.
Poi, ogni sera resto solo, come ogni sera resto solo,
si potrebbe andare al cinema o mangiare un gelato,
poi si blocca, sorride: potessi dargli un bacio, presto dammi un bacio.
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Se lui avesse già le orecchie per potermi ascoltare
e una testa in mezzo da accarezzare, gli direi
io, io sono un uomo, tutti mi chiamano, faccio mille acrobazie
col mio aeroplano e diecimila volte ho già toccato il cielo,
perchè come un falco io oh, oh, oh, oh, oh,
arrivo a tremila metri e poi mi butto giù in picchiata,
oh, oh, oh, oh, oh, ma che emozione ogni volta sfidare la vita,
rotolando nel cielo sopra il mio aeroplano, sopra il mio aeroplano,
con la gente che impazzisce, applaude e io dal finestrino
la saluto con la mano, la saluto con la mano, e ogni sera resto solo,
anche stasera, sono solo, cosa dici, andiamo al cinema,
magari a fare un volo, ma perchè non sorridi?
Presto, dammi un bacio, presto, dammi un bacio.